I Beatles...e la TAC

Quando la musica aiuta la medicina

In molti avranno sperimentato esami radiologici e magari qualcuno si sarà sottoposto ad una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata). 
Questo esame radiologico, ampiamente eseguito su tanti pazienti, riveste un'importanza significativa in ambito medico, perché consente di visualizzare in dettaglio i tessuti interni del corpo umano. Durante la TAC, il paziente viene posizionato su un lettino mobile, mentre un tubo a raggi X gli ruota attorno, generando immagini "a fette" del suo corpo.
La radiazione, attenuata dal passaggio nei differenti tessuti, viene misurata da un rivelatore situato dalla parte opposta della sorgente dei raggi X. Attraverso un algoritmo è quindi possibile ricostruire in modo dettagliato i differenti tessuti del corpo, offrendone un’immagine completa e accurata.                                          
Questa tecnologia è relativamente recente: il primo apparecchio sperimentale fu installato nel 1971 in un ospedale di Londra, mentre il primo apparecchio italiano fu installato nel 1974 a Bologna. All'epoca, il processo era estremamente lento: un'acquisizione cerebrale richiedeva circa mezz'ora e la ricostruzione dei dati impiegava un paio d'ore. Oggi, invece, grazie all'evoluzione tecnologica, l'esame dura soltanto pochi minuti e la ricostruzione delle immagini è praticamente istantanea.
Inizialmente, era possibile eseguire esclusivamente esami alla testa, mentre la possibilità di effettuare la TAC su altre regioni del corpo è stata sviluppata solo successivamente. 
Il procedimento e l’apparecchio per realizzare l’esame furono inventati da Godfrey Hounsfield alla fine degli anni ’60. Per lo sviluppo del processo di tomografia assiale Hounsfield ricevette il premio Nobel per la medicina nel 1979 insieme ad Allan M. Cormack. 

Ma il legame con i Beatles dov’è?
Se Cormack sviluppava le sue ricerche in un’università americana, Housfield (che era inglese) sviluppava il suo progetto nei laboratori della EMI.
Siamo abituati, in realtà, a vedere questa etichetta su molti album di diversi cantanti, ma forse non molti sanno che EMI, in realtà è l’acronimo per Electrical and Musical Industries; oltre ai dischi, infatti, la società sviluppava anche dispositivi elettronici e proprio uno di questi progetti era al centro del lavoro di Hounsfield.
Proprio così, la EMI, titolare dei diritti degli album dei Beatles, destinava i profitti delle vendite degli album dei Beatles alle ricerche di Hounsfield.
E non è finita qui! Pare che persino Paul McCartney, abbia investito parte dei suoi soldi in questo progetto pionieristico. 
Pensateci, la prossima volta che farete una TAC!