Radiogen e Radiophan

Quello dell’immagine proposta è un datato poster (circa 1930) di un medico ginecologo che nel proprio studio privato di Varallo Sesia proponeva cure al “radium”.

L’impianto di RADIUM emanazione aveva una capacità (in termini di attività) di 1.000.000 di unità Mache (pari a 13,4 MBq/l) per la cura della gotta, sciatica, reumatismi, artriti, postumi di pleurite, nevralgie, emicranie, dolori lombari e renali, infiammazioni delle articolazioni, ecc. ecc.

L’ecc. ecc. faceva intendere che in pratica, l’impianto (e il radio) poteva curare tutto.

Il poster riproduceva anche il “cuscinetto RADIOGEN”, le pillole e iniezioni RADIOPHAN e il fango radioattivo RADIOGEN (60 volte più radioattivo dei fanghi naturali e ottimo rimedio da applicarsi in combinazione con bibite ed iniezioni radioattive).

Asseriva inoltre che “il suo contenuto in RADIUM è controllato dalla Direzione Generale di Sanità del Ministero dell’Interno”. (La istituzione della Direzione della Sanità, nel 1887, significò per il Ministero dell'Interno l'attribuzione di due funzioni fondamentali: una di polizia sanitaria, che comprendeva l'organizzazione e il funzionamento dei servizi di vigilanza igienico-sanitari, la seconda di assistenza sanitaria)

In un testo del 1932 (Bollettino della Accademia medica pistoiese Filippo Pacini) conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, si scopre che i prodotti Radiogen e le iniezioni Radiophan erano prodotte dalla Schering.

In un testo austriaco del 1937 si trovano indicazioni sulle applicazioni delle iniezioni di “Radiophan” (Die Radiumschwachtherapie: Strahlende Arznei-, Lebens- und Körperflegemittel in der ersten Hälfte des 20 Jahrhunderts).

Insomma una chiara dimostrazione di come nel passato veniva intesa e riproposta la radioattività che, come per altre “innovazioni” del tempo, era intesa come la panacea che risolveva qualsiasi malattia (ricordiamo quei banchetti presenti nei mercati settimanali di paese che proponevano una boccetta contenente un liquido giallo che si diceva sapesse curare tutto compresa la crescita dei capelli!).

Il Dott. Racchetti era più famoso per la sua partecipazione nel “corpo degli alpini” che per le cure proposte o per la affiliazione alla Clinica Medica della Regia Università di Pisa”.

Ora, il poster è un “pezzo di vintage” sicuramente utile per comprendere il “cambio dei tempi” ricordando che il Dott. Racchetti non era l’unico a pubblicizzare ed enfatizzare la presenza o la disponibilità della radioattività.