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GEIGER COUNTER GILBERT U-239

GEIGER COUNTER GILBERT U-239

  • Categoria: Giocattoli
  • Post: 22/03/2023
  • Autore: FC

GEIGER COUNTER GILBERT U-239

GEIGER COUNTER GILBERT U-239

Vi ricordate del “Laboratorio di energia atomica Gilbert U-238” presente in questa stessa sala?
E se avete letto anche “Pluto cane radioattivo“ presente nella sezione “Fumetti” della sala 6 dei personaggi, potrete meglio comprendere il senso di questo giocattolo.

Simulava un Contatore Geiger e il richiamo del titolo del prodotto (U-239) era proprio riferito all’uranio.
Siamo negli anni ‘50 e l’uranio ha fatto il suo ingresso anche nell’immaginario collettivo di tutti gli americani.
Non c’era più la corsa all’oro ma si propendeva con la corsa all’uranio: e per cercarlo non occorrevano setacci, acidi e picconi, ma era sufficiente solo un simile strumento che faceva tic tic, come i metal detector.
Ma con questo “aggeggio” (quello vero)  si potevano cercare filoni che avrebbero reso ricco chi li trovava. 
Infatti anche sulla confezione c’era un cartello che ricordava i tempi del far west “10.000 $ a chi lo trova”: un deposito di uranio!
E a pagare non era uno sceriffo ma il governo degli Stati Uniti d’America.

Ecco, questo era il giocattolo (dello stesso fabbricante del laboratorio) che doveva servire a preparare, giocando, le giovani generazioni verso il futuro del nucleare, o meglio dei possibili utilizzi dell’uranio.
Ma a differenza del “Laboratorio di energia atomica Gilbert U-238” che comunque richiamava quello che in Europa abbiamo conosciuto come “il piccolo chimico”, questo finto contatore geiger (che funzionava, ticchettava, solo con materiale ferroso (e non radioattivo)) risultava alla lunga un gioco noioso.
E l’uranio, come tutto il materiale radioattivo, dopo una certa epoca era meglio non trovarlo (ricordatevi delle “radium girl” – sala 9).
Era pubblicizzato come “Sicuro! Emozionante! Istruttivo!” e venduto per poco più di 20 $ (pari a circa 250 $ attuali); ad abbellirlo e renderlo ancora più interessante c’era una piccola luce sincronizzata col ticchettio e in abbinamento delle cuffie auricolari.

Molto interessante invece il manuale di istruzioni (introvabile) allegato al giocattolo che spiegava inoltre, tra i vari usi che si potevano fare dello strumento vero (quindi fungeva da insegnamento didattico), anche la possibilità di salvare la vita dei propri cari in caso di contaminazione o di evento bellico: già allora, la pubblicità era l’anima del commercio.
Tuttavia, la vita commerciale di questo giocattolo è stata molto breve: verso la fine degli anni ’50 era già scomparso dai negozi e soprattutto scomparso dalla lista dei regali per Babbo Natale.

Molto difficile da reperire anche tra i collezionisti.