Qualcuno le conosce con il termine inglese GDT, gas discharge tube o il tedesco “glimmrelais”.

Comunemente sono valvole termoioniche o “tubi a vuoto”; praticamente è stato il primo componente elettronico attivo inventato dove per "attivo" si intende un componente che, grazie a una fonte esterna di energia, fornisce in uscita un segnale più elevato, in tensione, rispetto a quello in ingresso (tale processo è detto amplificazione). 

Il funzionamento di massima è il seguente: il catodo emette elettroni per effetto termoionico, cioè per riscaldamento; un flusso di elettroni (corrente) passa dal catodo a un altro elettrodo, l'anodo, e viene controllato in intensità dalla tensione a cui si trovano alcune parti metalliche (griglie) frapposte tra i due elettrodi. 

Si tratta di valvole particolari e abbastanza rare (ora non più utilizzate) che contengono all'interno del materiale radioattivo, possibile fonte di pericolo: le valvole CERBERUS GR17 contenevano Ra-226 (emettitore alfa e gamma). 

I suggerimenti (e le istruzioni tecniche) dell’epoca sostenevano che l'involucro di vetro era sufficiente per schermare le radiazioni quindi “è importante non romperle”. Nella realtà la componente gamma del Ra-226 e la sottigliezza del vetro determinavano delle dosi ragguardevoli di decine di microsievert/ora a contatto del componente.

Erano valvole impiegate in ambito militare e nelle quali il catodo non era riscaldato da una fonte esterna ma emetteva elettroni poiché costituito da materiale radioattivo.

Tra le immagini proposte, una valvola radioattiva Hytron OB2 con l'involucro originale, facente parte di una fornitura destinata all'esercito e con la scritta sull'involucro "Radioattiva - Non rimuovere dall'imballaggio eccetto per uso o ispezione, non maneggiare tubi rotti". (parzialmente tratto da www.audiovalvole.it/)

In altra pagina abbiamo mostrato anche gli scaricatori o i limitatori di sovratensione che contenevano radionuclidi.